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E. Morante - La Storia

Elsa Morante - La Storia


Ho chiuso questo libro da alcuni giorni. Ma ad andare oltre proprio non riesco. Questo libro mi ha straziata. Ho impiegato tempo, perché mi sono dovuta fermare: quando è apparso chiaro quale sarebbe stato il destino di Useppe, ho dovuto rallentare, quasi non avessi il coraggio di andare a capire come, e perché. O volessi non sapere. Alcune parti non le dimenticherò mai: la fame di Useppe e la guerra di ogni giorno di Ida per procurargli qualcosa da mangiare.

 “A volte, se lo trovava rannicchiato in petto, che dormendo le brancicava le mammelle in un movimento cieco e ansioso... Con una tenerezza bestiale e inservibile, Ida staccava il figlioletto da sé. E da quel momento incominciava la sua battuta diurna per le vie di Roma, cacciata in avanti dai suoi nervi come da un esercito di armati che la frustassero in doppia fila. Si era fatta incapace di pensare al futuro. La sua mente si restringeva all’oggi... E ora non temeva più niente... L’unica minaccia per l’universo si rappresentava, a lei, nella visione recente del figlietto che aveva lasciato a dormire, ridotto a un peso così irrisorio da non disegnare quasi rilievo sotto il lenzuolo…A lei sembrava incredibile che in tutta Roma non si rimediasse da riempire una pancia così piccola.” Il dolore di questa “donnetta stolida e malcresciuta” di fronte a Ninnuzzu sul letto di morte: “All’atto di riconoscerlo, la sensazione immediata di Ida fu una feroce lacerazione della vagina, come se di nuovo glielo strappassero di là... dalla gola di Ida non poté uscire nessun suono, come se le ci avessero colato del cemento. Ecco, dopo la scena dell’obitorio, la seconda reazione semicosciente che le resterà di quella mattina: lei non poteva urlare, era diventata muta, e transitava per certe strade irriconoscibili... Dove si trovava, essa, ora?... Ida Ida dove vai, hai sbagliato direzione... A ogni modo, chi sa mai come, ce l’ha fatta. È arrivata..., è salita all’uscio, è dentro casa. Qui finalmente, almeno per un po’, può buttarsi giù, lasciarsi cadere in polvere.” Ida, Useppe, Bella, Ninnuzzu, il pappone Nello, il Matto... Tante figure indimenticabili. L’affresco di un’epoca atroce e feroce, raccontata attraverso le vite dei miserabili e degli ultimi la cui umanità non viene mai trascurata o taciuta, qualunque sia la sciagura che la vita e la guerra li costringono ad attraversare. INDIMENTICABILE.